Facendo il mio lavoro si incontrano tante realtà italiane
eccellenti e progetti per cui vale la pena impegnarsi con la gioia di
contribuire alla loro comunicazione e al loro successo. Si dice che l’Italia sia
sempre meno verde, ma è proprio vero? In realtà, il progressivo abbandono dei
terreni agricoli (negli ultimi trent’anni si è passati da 22,7 milioni di
ettari a 17,27) ha portato a un aumento vertiginoso della superficie forestale,
che ha raggiunto gli 11 milioni di ettari (dal 1920 a oggi è triplicata). Se
consideriamo che oltre il 50% di quest’area è in stato di abbandono e che un
bosco trascurato mette il territorio circostante a rischio di incendio e di
dissesto idrogeologico, possiamo capire quanto grande sia il problema cui ci
troviamo di fronte. Esiste una soluzione? Renovo, un’azienda di Mantova attiva
nello sviluppo di progetti legati alle energie rinnovabili, è convinta di sì e
l’ha trovata nella trasformazione del “cippato” da bosco in biomasse e quindi
in energia. Ciò quanto sta alla base del progetto “Energia a KM 0”, che prevede
la costruzione di piccole centrali termiche alimentate a biomassa proveniente
da filiera corta. Oltre al cippato da bosco le centrali impiegheranno gli
scarti agroindustriali (resti di ulivi e vigne) raccolti nei territori
adiacenti agli impianti. Secondo la visione di Renovo, questo è il miglior modo
per trasformare degli oneri ambientali per la società (in termini di rischio e
di costi di smaltimento) in vere e proprie risorse da trasformare in energia
termica messa a disposizione a prezzi vantaggiosi per gli abitanti e gli imprenditori
locali. Questo progetto, però, non si ferma al vantaggio ambientale per i
territori coinvolti: Renovo, infatti, ha stipulato un accordo con il consorzio
CGM, una rete di cooperative sociali su scala nazionale, che prevede l’utilizzo
di persone svantaggiate economicamente per le attività di recupero delle
biomasse e di gestione degli impianti. Ma Renovo non si ferma qui: per le sue
centrali ha voluto esclusivamente tecnologie italiane e all’avanguardia nel
mondo. Possiamo quindi definire la società un’eccellenza del Made in Italy a
tutto tondo che, con la propria attività, sostiene i territori dove decide di
investire e aiuta l’ambiente e lo sviluppo di una tecnologia energetica che
rappresenta una valida alternativa al consumo di risorse fossili. Sono questi i
casi di eccellenza italiana che credo possano dare un presente, ma soprattutto
un futuro al nostro Paese.
Mi sembra un ottimo esempio di come questa Italia, per un verso esausta e in attesa di non si sa nemmeno più cosa, riesca comunque a trovare le energie, anche a km0, non solo per la propria sopravvivenza, ma per una rinascita. A questo punto sarebbe veramente importante e confortante,che non solo un blog, per quanto autorevole, come il tuo, ma anche coloro che hanno la responsabilità dell'informazione ad ampio raggio cominciassero a occuparsi anche di questa Italia. Che deve essere sostenuta. Della crisi della politica, di quella dei valori e di quella in genere già sappiamo tutto e non c'è quasi nulla di nuovo. Dell'Italia che resiste e che dà il suo meglio per andare avanti invece non parla quasi nessuno. A confermare l'odioso detto che solo le cattive notizie sono notizie...
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