giovedì 16 gennaio 2014

Le forbici della miseria...


Avete mai letto e riflettuto sul teorema di Joseph Stiglitz?
Stiglitz, economista di fama internazionale, sostiene una cosa molto semplice: l’apertura della forbice tra i “sempre più  sempre più ricchi e i sempre più sempre più poveri” – la stessa che un altro famoso economista scomparso di recente, John Kenneth Galbraith sosteneva “si sarebbe prima o poi inesorabilmente chiusa con grande dolore e sofferenza per tutti “ – crea povertà, frena la crescita dei PIL e getta le basi delle recessioni.
Il teorema parte da una considerazione semplice: la divaricazione crescente della forbice uccide la classe media, ma è proprio la classe media quella che ha la maggiore propensione ai consumi. Infatti, sostiene Stiglitz, nei Paesi dove esiste una vasta “middle-class” c’è una decisa e concreta prosperità.
Gli economisti definiscono “propensione al consumo” l’atteggiamento che le classi sociali hanno nei confronti degli acquisti. Paradossalmente, i più ricchi e benestanti ce l’hanno più bassa rispetto al ceto medio, preferendo accumulare, spesso in modo improduttivo , le ricchezze. Il ceto medio, invece, tende a spendere buona parte o addirittura tutto il reddito che percepisce e, così facendo, genera flussi economici che sollevano le economie. Le politiche economiche dei governi che favoriscono i ricchi e tolgono ai meno abbienti, sopprimendo buona parte della classe media che così diventa povera, procurano recessioni che potrebbero diventare devastanti.

Stiglitz sostiene che quando l’1% più ricco della popolazione si appropria del 25% del reddito complessivo scoppia la “bomba atomica recessiva”. E richiama alla memoria i momenti storici in cui ciò accadde, come avvenne con la Grande Crisi degli anni ’30 o, recentemente, con la recessione devastante del secolo in corso. Stiglitz scrive: “Gli apologeti  della diseguaglianza sostengono che dare più soldi ai più ricchi sarà un vantaggio per tutti, perché ciò porterebbe a una maggiore crescita. Si tratta di un’idea chiamata ‘trickle-down- economics’ (economia dell’effetto a cascata). Essa ha un lungo pedigree e da tempo è stata screditata”.
Il teorema di Stiglitz è semplice: “Se l’indice di Gini (ovvero l’indicatore di diseguaglianza inventato da un economista italiano, Corrado Gini - NdR) aumenta, e perciò cresce la diseguaglianza, il ‘moltiplicatore’ degli investimenti diminuisce e quindi il PIL frena e poi cala”. E non solo. Stiglitz, premio Nobel per l’economia nel 2001, sostiene anche che la diseguaglianza deprime il PIL, non solo per la caduta dei consumi, ma anche perché rende il sistema “inefficiente”, dato che prevalgono rendite e monopoli. La caccia alle rendite comporta, a suo parere, un vero e proprio spreco di risorse che riduce la produttività e il benessere di una Nazione.

Insomma, secondo molti economisti, tra cui Joseph Stiglitz, aveva ragione Robin Hood che toglieva ai ricchi per dare ai poveri: solo così facendo potremo generare un futuro di prosperità!

5 commenti:

  1. Urca Urca, approvo.
    Muniamoci di arco e frecce, tu fai Robin io Little Jhon, e andiamo subito ad assaltare la diligenza di Principe Giovanni.

    https://www.youtube.com/watch?v=p5YLBYetF1o

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  2. Ciò che mi fa più paura non è quanto noi stiamo subendo ma la nostra inerzia...

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  3. Si potrebbero fare alcune cose concrete: ad esempio detassare gli importi che i ricchi tengono congelati in banca se, anziché tenerli li - dove non producono nulla- li usassero per intraprendere attività che diano lavoro alla gente. Oppure favorire quelle manifestazioni che ingenerano indotto ( organizzare un piccolo festival di teatro porta gente, che dorme in albergo, che mangia nei ristoranti, che compra souvenir) soprattutto in quelle zone poco conosciute che spesso celano bellezze straordinarie! Promuovere il flusso del denaro ABBASSANDO l'iva per tre mesi al 15 per cento (meglio il 15 per cento di tanto, che il 22 per cento di poco!)

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  4. tutto idealmente condivisibile, perplessità sulle modalità di riduzione della forbice. In buona sostanza: COME "rubiamo" ai ricchi?

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  5. Penso che non manchino gli strumenti per "rubare" ai ricchi... ma, al di fuori del termine "rubare", su cui ovviamente giochiamo, io credo che prima che economica l'operazione debba essere "culturale". Dovrebbe cioè permeare le coscienze che più le società sono squilibrate in termini di ricchezza e povertà e più sono a rischio, per tutti. La povertà e l'ignoranza, alla fine, generano reazioni violente, dettate dalla disperazione. E presumo che neanche i più ricchi preferiscano vivere blindati nelle loro roccaforti, intimoriti da un mondo che diventa invivibile. In fondo, il Pianeta è uno e l'intelligenza vorrebbe che riuscissimo a viverci tutti e nel modo migliore possibile. Laddove c'è sfruttamento, prima o poi c'è rivoluzione e le rivoluzioni sono quasi sempre tragiche un po' per tutti, per chi le fa e per chi le subisce. Almeno, questo racconta la storia... La rivoluzione facciamola, ma che sia culturale, filosofica, quasi spirituale, se vogliamo. Queste sono le rivoluzioni che cambiano veramente la vita di tutti e che potrebbero ancora dare una possibilità al mondo intero!

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