Avete mai letto e riflettuto sul teorema di Joseph Stiglitz?
Stiglitz, economista di fama internazionale, sostiene una
cosa molto semplice: l’apertura della forbice tra i “sempre più sempre più ricchi e i sempre più sempre più
poveri” – la stessa che un altro famoso economista scomparso di recente, John
Kenneth Galbraith sosteneva “si sarebbe prima o poi inesorabilmente chiusa con
grande dolore e sofferenza per tutti “ – crea povertà, frena la crescita dei
PIL e getta le basi delle recessioni.Il teorema parte da una considerazione semplice: la divaricazione crescente della forbice uccide la classe media, ma è proprio la classe media quella che ha la maggiore propensione ai consumi. Infatti, sostiene Stiglitz, nei Paesi dove esiste una vasta “middle-class” c’è una decisa e concreta prosperità.
Gli economisti definiscono “propensione al consumo” l’atteggiamento che le classi sociali hanno nei confronti degli acquisti. Paradossalmente, i più ricchi e benestanti ce l’hanno più bassa rispetto al ceto medio, preferendo accumulare, spesso in modo improduttivo , le ricchezze. Il ceto medio, invece, tende a spendere buona parte o addirittura tutto il reddito che percepisce e, così facendo, genera flussi economici che sollevano le economie. Le politiche economiche dei governi che favoriscono i ricchi e tolgono ai meno abbienti, sopprimendo buona parte della classe media che così diventa povera, procurano recessioni che potrebbero diventare devastanti.
Stiglitz sostiene che quando l’1% più ricco della
popolazione si appropria del 25% del reddito complessivo scoppia la “bomba
atomica recessiva”. E richiama alla memoria i momenti storici in cui ciò
accadde, come avvenne con la Grande Crisi degli anni ’30 o, recentemente, con
la recessione devastante del secolo in corso. Stiglitz scrive: “Gli apologeti della diseguaglianza sostengono che dare più
soldi ai più ricchi sarà un vantaggio per tutti, perché ciò porterebbe a una
maggiore crescita. Si tratta di un’idea chiamata ‘trickle-down- economics’
(economia dell’effetto a cascata). Essa ha un lungo pedigree e da tempo è stata
screditata”.
Il teorema di Stiglitz è semplice: “Se l’indice di Gini
(ovvero l’indicatore di diseguaglianza inventato da un economista italiano,
Corrado Gini - NdR) aumenta, e perciò cresce la diseguaglianza, il ‘moltiplicatore’
degli investimenti diminuisce e quindi il PIL frena e poi cala”. E non solo.
Stiglitz, premio Nobel per l’economia nel 2001, sostiene anche che la
diseguaglianza deprime il PIL, non solo per la caduta dei consumi, ma anche perché
rende il sistema “inefficiente”, dato che prevalgono rendite e monopoli. La caccia
alle rendite comporta, a suo parere, un vero e proprio spreco di risorse che
riduce la produttività e il benessere di una Nazione.
Insomma, secondo molti economisti, tra cui Joseph Stiglitz,
aveva ragione Robin Hood che toglieva ai ricchi per dare ai poveri: solo così
facendo potremo generare un futuro di prosperità!